Tour de l’Ile:”ma come sei complicato…”

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Tour de l’Ile:”ma come sei complicato…”

Chissà se 253 anni fa alla Vacheron Constantin avrebbero immaginato di detenere ancora il primato del più complicato orologio al polso del mondo…

Io penso di si. Si nasce manifattura, difficilmente lo si diventa.

Così come la Patek Philippe lo è per i segnatempo da tasca con il Calibro 89 avente 33 complicazioni, il Tour de l’Ile lo è per quelli da polso: 16 complicazioni che sono state “spalmate” su due quadranti, come il collega Sky Moon Tourbillon che ne possiede soltanto 12 .

2000 ore di sviluppo sono state ragionevolmente necessarie per arrivare a questo capolavoro che prende il nome da uno dei siti storici della Maison con il simbolo della Croce di Malta.

I particolari fanno perdere la testa tanto da riuscire a distrarci dal cuore di questo orologio che ripeto, è quanto di più sofisticato una mente umana o forse meglio dire, una mente orologiera sia stata in grado fino ad ora di realizzare. Così è per le anse e per la cassa, ricavate dal paziente lavoro dell’uomo con una lima tra le mani.

Continuiamo a dare i numeri: il Calibro 2750 consta di 834 singoli pezzi che necessitano fino a 5 mesi di lavoro per essere messi tutti insieme e dare così vita alle appunto 16 complicazioni su due facce.

Il testa a testa con lo Sky Moon Tourbillon il Tour de l’Ile lo vince anche per il numero dei pezzi del movimento che sono solo 686 . Il bello è che tutto quello che questo orologio riesce a fare viene raffigurato in maniera ordinata e molto leggibile!

Lo strepitoso quadrante in oro 18k bianco è lavorato a trama guillochè e il numero 1755-2005 è visibile solo con una lente d’ingrandimento a ore 12.

Okay partiamo con il tourbillon a forma di Croce di Malta a ore 6. A ore 3 si trovano le fasi lunari: ogni faccia della luna richiede un’ incisione a mano che necessita di circa 1 settimana di lavoro. Alla sua sinistra un piccolo contatore a mezzaluna indica con una lancetta blu la carica disponibile per il meccanismo di Ripetizione Minuti.

In aggiunta alle lancette di ore e minuti, che descrivono un cerchio leggermente decentrato dall’asse dell’orologio, il numero 250 sostituisce il 45 come per ricordare l’austera età del marchio. Il quadrante frontale misura a ore 9 le 58 ore di riserva di carica, tra ore 4 e ore 5 lo stemma del Punzone di Ginevra e un secondo fuso orario a ore 11.

Per evitare una scomoda e antiestetica protuberanza in una cassa di 47mm che non passa di sicuro inosservata, i tecnici della Vacheron Constantin hanno pensato per i comandi della ripetizione a dei pulsanti incassati. Naturalmente il suono della melodia rasenta la perfezione operando i martelletti su una generosissima area di risonanza.

Il secondo quadrante, in realtà “il retro” dell’orologio, ha un differente motivo guillochage: ogni Tour de l’Ile ha un motivo diverso in modo che non esiste un orologio uguale all’altro.



L’estetica di questo quadrante è caratterizzata da un dolce gioco di cerchi e semicerchi. Nella parte superiore troviamo il calendario perpetuo organizzato in un triangolo che raffigura i giorni della settimana, i mesi e la data da sinistra a destra. Una piccola finestra a ore 1 indica il finale dell’anno.

Al centro dell’orologio troviamo l’equazione del tempo, due altri indicatori mostrano a ore 4 e a ore 8 i tempi dell’alba e del tramonto del sole. I calcoli sono stati fatti in riferimento di latitudine e longitudine di Ginevra.

Per i romantici c’è anche una “mappa del cielo” estremamente dettagliata: una complicazione unica…

Questo orologio è stato costruito in 7 esemplari: un pezzo è finito nel museo Vacheron Constantin, il numero 1 è stato venduto da Antiquorum in un asta che ha raggiunto il 3 Aprile 2005 la ragguardevole cifra di 1.500.000 $. I restanti 5 pezzi piazzati nella boutique di Ginevra con l’ultimo esemplare che la fabbrica prevedeva di consegnare alla fine del 2007.

Immagini e ispirazione @ PuristsPro www.watchprosite.com

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