Cercasi Superpotere “Vivo o Morto”! Risponde Thomas Prescher

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Cercasi Superpotere “Vivo o Morto”! Risponde Thomas Prescher

Quando ti avvicini al mondo dell’Alta Orologeria, e tra le caratteristiche tecniche di un movimento di un orologio meccanico leggi che è composto di centinaia di elementi, più questo valore è alto, più pensi a quanto sia complicato, a quanto sia bravo chi l’ha concepito.

Poi, a furia di leggere, incominci piano piano a focalizzare – per quanto mi riguarda “lontano” da come sarebbe in grado di farlo un giovane orologiaio – a cosa serva quel particolare e a quali pro sia stata introdotta quella “variazione”.

Incominci a far parte anche tu di un ingranaggio , ma nel senso piacevole del significato!

E’ un po’ che a furia di leggere quanto sia importante, e come debba esprimersi l’energia in un segnatempo ultra complicato, che avevo voglia di conoscere “la verità”, da chi costruendo dei tourbillon che quasi “volano fuori dalla cassa”, di energia ne ha bisogno in quantità industriale!

Detto, fatto! Mi è bastato scrivere a Thomas Prescher orologiaio indipendente AHCI e… in un attimo ho la risposta a tre mie domande/curiosità, ossia: “Cercasi Superpotere” per super orologi.

contaminuti: Thomas, ci hai fatto conoscere alcuni tra gli orologi più complicati e anche… “più attivi” mai visti prima, ma non ti ho mai sentito parlare a riguardo dell’energia che essi necessitano. Nel Triple Axis Tourbillon questo è stato un problema? Se si, perché?

Thomas Prescher : E’ IL problema! Un segnatempo come il Triple Axis Tourbillon è formato da circa 400 elementi e il treno del tempo è più lungo di uno convenzionale. In aggiunta a questo abbiamo anche tutti i pezzi della gabbia che sono parte del treno degli ingranaggi. E’ ancora più critico che il peso della gabbia sia posizionato alla fine, vicino al bilanciere dove chi sviluppa un movimento cerca di ridurre ogni peso superfluo possibile. Quando sviluppai il mio primo Tourbillon multi assi provai ad aggiungere forza, ma non funzionò. Alla fine capii che non era possibile ottenere un impulso. Accelerazione si, ma non l’impulso. Io utilizzo un sistema Jeanneret modificato. La ruota dello scappamento gira libera intorno all’asse del pignone che la sostiene. I due elementi sono legati insieme da una molla. Per impedire che la spirale si avvolga intorno al perno ho fissato un fermaglio intorno all’asse in modo che la ruota si blocchi dopo una rotazione di 90°. Così, ora la forza liberata dal bariletto gira il pignone di 90° prima che venga bloccato dalla chiusura dello scappamento e dal fermaglio. Con questo sistema se ora lo scappamento si apre, la piccola molla fa girare la piccola ruota – relativamente leggera, prima che lo scappamento si chiuda nuovamente. Ed ecco, ora funziona!

cm: Maison come DeWitt e recentemente IWC con il Portoghese Sidèrale Scafusia enfatizzano l’invenzione di moduli a forza costante che servono a rilasciare un energia costante, almeno per un certo periodo di tempo. Cosa ne pensi a proposito?

TP : DeWitt usa un sistema Jeanneret modificato. E’ un po’ diverso dal mio, ma più fedele al dispositivo originale che usa diverse accelerazioni da elementi di peso differente. Il suo funzionamento è spiegato in dettaglio nella rivista Chronometrophilia dedicata ai sistemi a forza costante. Non conosco il sistema utilizzato da IWC. Ha senso utilizzare questi accorgimenti specialmente in movimenti meccanici con una lunga riserva di carica. Equalizza la potenza frenandola e contribuisce a rendere più regolari le oscillazioni.

cm: Hai una grande esperienza (lo so) con i movimenti meccanici disegnati espressamente per la precisione, come quelli che provengono da un passato recente tipo lo Zenith Cal. 135 o quelli costruiti Secoli fa come i cronometri marini inglesi di John Arnold. Mescolando la tradizione con il presente, secondo te, qual è il modo migliore per un movimento meccanico di ricevere l’energia, per il bilanciere e per le altre funzioni che deve attendere?

TP : Effettivamente, ho restaurato molte opere d’arte realizzate da orologiai del passato molto conosciuti. Ho imparato che ognuno di loro fu un artista eccezionale con un suo stile personale nell’interpretare l’ orologeria . In termini di estrema cronometria tutti utilizzavano come seconda indicazione solo i minuti e ho provato davvero ogni tecnica per migliorarne la precisione. In alcuni funzionò, in altri no. Nei giorni nostri è in qualche modo divertente notare che il problema non possa ancora dichiararsi seriamente risolto. Più funzioni hanno, più hanno bisogno di energia, a volte allo stesso tempo, a volte in tempi diversi della giornata. Questo influenza le ampiezze e di conseguenza la precisione di marcia. Una buona soluzione è mettere il dispositivo a forza costante il più possibile vicino alla ruota del bilanciere. Per esempio sulla ruota dello scappamento.

Thomas Prescher 12 settembre 2011. Visita il suo sito web .

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contaminuti

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