Italian Watch Spotter
Precisione, una ricerca maniacale di cui parliamo in diversi articoli. Eppure, già nel 1801, uno dei padri fondatori dell’orologeria, Abraham-Louis Breguet, stava lavorando per raggiungere questo obiettivo.
Ciò che lo teneva lontano dal suo traguardo era la gravità della Terra, fenomeno che provoca alterazioni sul corretto funzionamento del segnatempo.
Con l’801, Monsieur Breguet pone fine a questo grattacapo, inventando lo scappamento a tourbillon.
Che cos’è uno scappamento?
Ogni orologio, per funzionare, necessita di uno scappamento. Quest’ultimo è il meccanismo che rilascia, in modo ritmato, l’energia accumulata dalla molla di carica.
(Nella foto, il disegno di uno scappamento ad ancora tipicamente utilizzato per orologi a pendolo)
Quando indossiamo un orologio automatico (o carichiamo a mano un manuale) stiamo avvolgendo una molla. L’energia immagazzinata da questa è la stessa che consente di far funzionare correttamente il nostro segnatempo.
Ma torniamo allo scappamento: ne sentirete sicuramente parlare come del “cuore pulsante” dell’orologio. Perché pulsante?! Perché “batte con un ritmo”, ed è proprio questa la sua caratteristica fondamentale.
Se non ci fosse questa cadenza, l’energia verrebbe rilasciata tutta nello stesso momento e sarebbe pressoché inutile. Con la sua frequenza di oscillazione invece, il bilanciere (parte fondamentale dello scappamento più diffuso, ovvero quello ad ancora) consente di battere il tempo, in modo tale da poter poi segnare secondi, minuti, ore e via dicendo…
Cos’ha di diverso il tourbillon?
Prendiamo il più diffuso scappamento ad ancora. Sebbene il bilanciere oscilli (attorno ad un perno chiamato asse), la sua struttura è fissata e solo alcune parti compiono piccoli movimenti ripetitivi.
Nel tourbillon tutto questo non vale più. La gravità è contrastata grazie ad una struttura rotante, la cui rotazione contrasta gli sbalzi provocati da quest’ultima. È facile pensare come un oggetto che si muove sia più difficile da mettere in crisi rispetto ad uno fermo, in quanto le variazioni subite andranno, alla lunga, a bilanciarsi.
Il meccanismo consiste proprio di una “gabbia” rotante dentro la quale è montato il bilanciere, da pignoni e da alcune parti dello scappamento ad ancora. Potremmo quindi dire che è una variazione, un “upgrade”, del sopracitato scappamento ad ancora.
Sebbene non entreremo troppo nel dettaglio per evitare complessità tecniche esagerate, vediamo assieme un po’ di curiosità.
Il primo tourbillon da polso porta marchio Omega
È passato un solo anno da quando, nelle sale di Phillips, è comparso questo solo tempo apparentemente molto classico. Dietro all’estetica austera e minimalista si celano però un grande movimento ed una grande novità.
Prodotto nel 1947 con calibro 30 I, questo prototipo è molto probabilmente il primo tourbillon da polso prodotto industrialmente. Dentro ad una cassa in acciaio da 37.5mm, batte un cuore largo solo 30mm, testimone della ricerca e sviluppo di Omega a quei tempi.
Da record l’anno di nascita, le dimensioni del movimento ma anche il prezzo… 1.428.500 CHF (1.310.670 €)
Questo esemplare, con il suo aspetto classico, segna l’inizio di una tendenza riconosciuta da tutti, ovvero quella di volere un tourbillon sul proprio polso.
Il più grande tourbillon da polso
Il record per il tourbillon dal diametro più grosso (montato su un orologio da polso) è detenuto dal brand Armeno Kerbedanz.
Il modello è il Maximus, con 49mm di cassa e 27mm di gabbia del tourbillon volante, ben 7mm più grande del precedente detentore del record.
In foto potete vederlo al nostro polso nella versione in oro rosa, che monta il calibro KRB-08, di 415 parti (73 sono solo del tourbillon!) , alcune in titanio. È proprio quest’ultimo materiale, utilizzato nello scappamento, a renderlo perfettamente funzionante, grazie al suo peso molto ridotto.
In questo movimento il tourbillon compie una rotazione ogni 6 minuti ed è posto al centro, così da renderlo protagonista.
Sebbene sia molto generoso di diametro, è davvero uno spettacolo da ammirare al polso: raramente su altri orologi si riesce a vedere così bene il funzionamento del tourbillon.
Tutti i tipi di tourbillon
Tourbillon classico
Spiegato poco sopra, è il primo che nasce. Inventato da A.L. Breguet rimane ancora oggi un marchio di fabbrica del brand.
In foto potete vedere proprio una creazione del maestro.
Tourbillon inclinato
Ha la stessa struttura del tourbillon classico ma la sua rotazione avviene con un’inclinazione rispetto alla linea del piano, per raggiungere un numero più alto di posizioni e compensare ancora meglio la gravità.
Un esempio è il Greubel Forsey GMT Earth Limited Edition White Gold, un segnatempo tutto particolare.
Un altro celebre esemplare ci arriva da François-Paul Journe con il suo Tourbillon Souverain Vertical, in cui l’inclinazione è esattamente perpendicolare al suolo, come spiegato nel nostro precedente articolo.
Credits: A Collected Man
Tourbillon volante
Una cosa fatta bene può sempre essere fatta meglio.
A questa logica, gli orologiai hanno risposto inventando il tourbillon volante, in cui il meccanismo complessivo è fissato soltanto da un lato al movimento, al posto che a due ponti. Questo accorgimento datato 1920 mira soprattutto a migliorare l’estetica della complicazione, andando ad esporre maggiormente il tourbillon, rendendolo più visibile.
Tourbillon misterioso
Prendete un tourbillon volante. Prendete un “orologio misterioso”. Se non ve lo state già immaginando, il risultato è nella foto, ed è sublime.
Quello che succede, in pratica, è che il tourbillon è fissato al movimento da un sistema che incorpora i cristalli in cui è incastonato, in modo da renderlo fluttuante ed apparentemente senza alcun collegamento agli ingranaggi. Soprendente, no?
Tourbillon su più assi
Meraviglioso da guardare, è un vero capolavoro di ingegneria ed estetica.
Il tourbillon su più assi nasce ovviamente con l’idea di cambiare angolazione di continuo, così da compensare qualsiasi tipo di forza, in ogni direzione.
Specialità, ad oggi, di Jacob&Co è stato fabbricato anche da Jaeger-LeCoultre in pezzi come il Reverso Gyrotourbillon, di cui parliamo in un nostro articolo.
La sua pecca più grande sta nelle dimensioni, che non permettono di trovare questa complicazione su orologi ultrapiatti, ma è anche una fortuna.
Per questo stesso motivo, le grandi dimensioni consentono spesso di tenere il tourbillon in vista, così da poterne ammirare la rotazione completa.
Tourbillon multiplo
Cosa succede se accostiamo 2 o più tourbillon in un solo orologio? Secondo alcuni orologiai autorevoli, andiamo a migliorare notevolmente la precisione del segnatempo…
Benché questa sia una posizione discussa nel settore, e non condivisa da tutti, il nostro recente articolo sulla risonanza ci porta a protendere per la correttezza, almeno teorica, di questa teoria.
Affiancando diversi scappamenti nello stesso movimento possiamo infatti andare ad utilizzare a nostro favore alcuni fenomeni fisici, andando ad aumentare la precisione del segnatempo. È il caso del Jacob & Co. Twin Turbo Furious Bugatti.
Un modo ancora nuovo di affiancare i tourbillon lo trova Antoine Preziuso, che a Basilea ci ha mostrato il suo Tourbillon des Tourbillons, in cui si può notare come i tre scappamenti, posti ai vertici di un triangolo equilatero, ruotino assieme rispetto al centro.
Al di fuori della veridicità della maggiore precisione del tourbillon multiplo, su cui lasciamo discutere chi progetta, potremmo anche solo lasciar parlare la bellezza e la complessità meccanica, che hanno già molto da dire…
Cronografo tourbillon
Vi ricordate le novità Zenith 2019? Se non le avete bene in mente ne parliamo in questo articolo!
Perché ci interessano? Perché Zenith ha introdotto in collezione il Defy El Primero Double Tourbillon, un orologio sorprendente, dotato di ben 2 tourbillon, uno per ore/minuti e l’altro per il cronografo. Dei due, quello con 50 Hz di frequenza è il più veloce al mondo, e fa funzionare il cronografo misurando i centesimi di secondo.
Non capita di frequente, infatti, vedere un tourbillon girare davvero veloce, ma possiamo assicurare che da vedere è adrenalinico.
Open worked o no?
Per via della sua grande ricercatezza e dell’amore riscosso dai collezionisti, spesso i tourbillon sono in bella vista anche dal lato quadrante. Questo non ci sorprende: se ci pensiamo un attimo, abbiamo appena visto che è questa la ragione che fa nascere varianti come il tourbillon volante.
Al di fuori del gusto estetico, la scelta sul tenere a vista o meno il tourbillon ha anche ragioni meccaniche.
La luce del sole infatti potrebbe causare malfunzionamenti proprio a questo meccanismo che dovrebbe risolverli, vanificando gli intenti di Abraham-Louis Breguet, ed anche i nostri.
Non è un caso che un brand tra tutti, Patek Philippe, sia noto per tenere “nascosti” i propri tourbillon. E come per Patek, anche il primo Omega, che abbiamo visto sopra, ha il tourbillon completamente racchiuso da cassa e quadrante.
Sebbene risulti spesso piacevole poter ammirare il funzionamento di questa complicazione, anche tenerla nascosta ha il suo grande fascino, ed è una bella sorpresa quando si guarda l’orologio più da vicino.
Usciti dall’800 ormai la gravità terrestre impatta davvero poco, soprattutto sugli orologi da polso, che sono in costante movimento per definizione.
Una complicazione di questo calibro però non può sparire e merita di trasmettere ancora emozioni al possessore, oltre a qualche evoluzione, anche solo per dimostrare la bravura dell’orologiaio. Ogni brand di alta orologeria (Rolex a parte…) vanta infatti in collezione o nella storia almeno un orologio da polso con tourbillon, che raggiunge quotazioni di alta fascia proprio grazie a questa complicazione.
Sebbene la risposta dalla Cina sia un tourbillon da poche centinaia di euro, questa complicazione è ormai nel DNA del collezionista di orologi, che nasce con la nozione di “tourbillon=bello” ben lucida nella mente e che la considera una specie di Santo Graal della propria passione, tanto da cercarla in tutte le forme e dimensioni. E noi, anche noi, non possiamo dargli torto…
Fotografie (con logo) di Vincenzo Finizola (@vfphotograf) per ItalianWatchSpotter
Tourbillon "volante": quando il tempo vola
Ma soprattutto del tourbillon: un minuscolo componente rotante e pulsante che non è nascosto ma in bella mostra, visibile a tutti. L’argomento è avvolto nella leggenda e solleva diverse domande. Gli esemplari con tourbillon sono orologi migliori? Perché sono così preziosi? Proteggono il movimento dagli effetti esercitati dalla forza di gravità? Per poter rispondere a queste domande, procediamo con ordine.
Il tourbillon è una soluzione improvvisata a cui l’orologiaio parigino Abraham-Louis Breguet ricorse nel 1795, poiché persino i suoi orologi da tasca tendevano ad indicare l’ora sbagliata, il che non lasciava ben sperare per il riconoscimento della sua professione. Ma mentre gli altri produttori cercavano di correggere il difetto attraverso l’utilizzo di materiali e metodi di produzione, Breguet cercò una soluzione alternativa; e la trovò.
Iniziamo dalla teoria. Idealmente, nello scappamento di un orologio la spirale e il bilanciere sono perfettamente in equilibrio. In altre parole, il baricentro coincide esattamente con il centro geometrico dell’asse del bilanciere. All’epoca di Breguet, il problema principale consisteva nell’errato baricentro della spirale e della corona anulare del bilanciere, a cui si sommavano le variazioni di marcia viziate dalla posizione verticale dell’orologio dovuta agli effetti della forza di gravità.
Tourbillon
La parola “tourbillon” o “turbillon“, deriva dal francese e descrive un movimento rotatorio, un vortice, un turbinio.
Questo nome in orologeria rappresenta una delle più geniali nonché ricercate complicazioni di tutti i tempi, ancora oggi, più che mai, desiderata dai collezionisti.
La Storia e Funzionamento
La sua invenzione risale al 1801, anno in cui Abraham Luois Breguet brevettò questa suo dispositivo per ovviare ai problemi della compensazione.
Infatti questo, racchiude in una gabbia, l’intero organo regolatore contenente bilanciere (D), spirale, ancora e ruota dei secondi.
Facendo girare il tutto su se stesso, può così compensare gli scarti dovuti alle diverse posizioni dell’orologio, le quali risentono della gravità alterando la regolarità di marcia.
La gabbia, normalmente compie un giro di 360 gradi ad ogni minuto, cambiando di continuo posizione allo scappamento, annullando così gli effetti della gravità.
Esistono anche tourbillon che compiono un giro in due minuti o anche più tempo.
La Tecnica
La gabbia, è composta normalmente da 2 parti: una superiore ed una inferiore, collegate da tre colonne.
Tutto il dispositivo bilanciere e spirale dello scappamento è contenuto nella suddetta gabbia (A).
Questa si trova imperniata al centro tramite il perno (B), e le permette appunto di ruotare su se stessa.
La gabbia infine, è separata dalla ruota dei secondi (C).
Generalmente, nelle gabbie che completano un giro in un minuto, il perno centrale è abbinato alla lancetta dei secondi.
Un anello interno dentato (E), è agganciato al perno della ruota dei secondi (F), consentendo la rotazione della gabbia di 360 gradi in un minuto.
Mentre il bilanciere (D) compie la sua oscillazione la gabbia rimane immobile.
Al ritorno del bilanciere la gabbia viene “liberata” dallo scappamento ed essendo sotto l’effetto della forza motrice forza motrice, compie un passo in avanti per essere riboccata dallo scappamento.
Questo si ripete per 60 volte in un minuto.
La forza motrice che fa avanzare la gabbia, viene dalla ruota (G) collegata direttamente al bariletto.
Tra le diverse tipologie di tourbillon, possiamo trovare, come illustrato nelle immagini qui a fianco, gabbie inclinate, che aumentano le posizioni dello scappamento, aumentando ulteriormente la cronometria.
Altro caso invece è il tourbillon “volante”, privo del ponte superiore a favore di un minore ingombro.
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