Tourbillon Souverain: F.P.Journe e l’invenzione di Breguet – 1
Devo essere sincera: scrivere questo pezzo non è stato facile. Perché il Tourbillon Souverain Vertical non è solo un esemplare tecnicamente complesso e ricco di riferimenti alla storia dell’orologeria; va visto anche come punto d’arrivo (almeno temporaneo) del percorso professionale di François-Paul Journe. Mi ha molto aiutato però la lettura di un testo scritto da Stefano Cristofori, Direttore marketing di Corvo & C. Spa (la società che importa il marchio in Italia) e profondo conoscitore degli orologi del Maestro. Cui va tutta la mia riconoscenza per aver saputo collocare il Tourbillon Souverain Vertical in un quadro generale e aver fatto chiarezza tra i tanti precedenti.
Avere a disposizione quello studio organico, però, da un lato ha messo in evidenza la mole di informazioni al riguardo e dall’altro mi ha fatto riflettere sull’impostazione da seguire… Va bene semplificare, va bene la capacità di sintesi (è il mio mestiere), ma non mi andava nemmeno essere troppo superficiale. Per evitare di annoiarvi, ma allo stesso tempo per spiegare il necessario, ho diviso quindi il discorso in due parti. Qui di seguito troverete i presupposti storici del Tourbillon Souverain Vertical, che raccontano come e perché Journe sia arrivato all’esemplare del 2019. La prossima volta (presto, molto presto) mi concentrerò invece sulle caratteristiche tecniche ed estetiche dell’orologio.
Journe e il tourbillon
Non starò qui a ricordarvi la rava e la fava sull’organo regolatore inventato da Breguet nel 1801 (magari potete rileggere questo articolo). Preferisco invece riferirvi l’insolita ma realistica interpretazione che ne dà lo stesso Journe: il tourbillon è un sistema per distribuire l’olio. E in effetti il dispositivo – che fa ruotare senza sosta i componenti dell’organo regolatore (sistema bilanciere e spirale, scappamento e àncora) – impedisce all’olio di uscire dalle proprie sedi e garantisce che rimanga uniforme all’interno delle boccole degli assi.
Anche per questo motivo, dunque, Breguet riteneva che il tourbillon contribuisse alla costanza di marcia dei modelli da tasca della sua epoca. Ed è comprensibile: a quel tempo gli oli non erano certo quelli di oggi… E poi non è stato lo stesso Abraham-Louis a dire: “Datemi l’olio perfetto e vi darò l’orologio perfetto”? Sta di fatto che anche Journe, grande studioso ed estimatore di Breguet, da giovane si è cimentato con un tourbillon. Come fanno del resto tutti i migliori orologiai: il tourbillon è un autentico banco di prova delle capacità personali, viste le difficoltà tecniche implicite nella costruzione.
F.P. Journe à Paris
Dopo essersi diplomato nella Scuola di orologeria di Parigi, infatti, François-Paul andò a lavorare nell’atelier di restauro dello zio Michel. E lì, nel 1983, costruì il suo primo orologio: un “tasca” con cassa Lépine in oro e argento, che racchiudeva un movimento meccanico con tourbillon di grandi dimensioni, scappamento à détente1 e doppio bariletto. Nell’estetica ricordava certi esemplari di Abraham-Louis Breguet (tipo i cronometri da marina), con indicazione decentrata di ore e minuti al 12, lancette à pomme e grande contatore dei secondi al 6. Per la prima volta sul quadrante appare la firma “F.P. Journe”, completata dalla dicitura “à Paris” in posizione simmetrica.
Quel pezzo unico per Journe si rivelò molto importante. Anche se in realtà non lo vendette mai, lo usò come dimostrazione di ciò che sapeva fare, come mezzo per presentarsi ai suoi primi clienti. E, grazie alla notorietà così raggiunta, riuscì a trasferirsi in Svizzera per aprire il proprio laboratorio indipendente. Non solo. Aver costruito personalmente quell’esemplare lo aveva messo di fronte a tutte le problematiche insite nel tourbillon, che lo spinsero a cercare nuove soluzioni. Prima di tutto la questione della richiesta di energia, di cui il sistema risultava particolarmente avido: formato (nel suo caso) da una settantina di componenti, aveva un consumo ben maggiore di un comune bilanciere.
Il remontoire d’égalité
Nel suo primo “tasca”, François-Paul aveva risolto il problema con un doppio bariletto che lavorava in parallelo, in grado di erogare un’energia abbastanza stabile nel tempo. Ma nel frattempo aveva messo a punto anche un dispositivo più sofisticato, adottato in pendoleria: il remontoire d’égalité2. In pratica si tratta di un sistema che permette di gestire gli impulsi provenienti dal bariletto, per far sì che la cessione dell’energia avvenga a intervalli di tempo brevi e definiti – e la spinta sia costante, indipendentemente da quanto sia carica la molla del bariletto. Più facile a dirsi che a farsi, in un movimento miniaturizzato.
Journe comunque ci riuscì. Lo inserì dapprima nel suo quinto orologio, datato 1986, un altro “tasca” con la cassa in oro e il quadrante in cristallo di rocca chiaramente ispirato al celebre Maria Antonietta di Breguet. Era un cronometro con calendario perpetuo, “a forza costante”: con trasmissione a fuso e catena, remontoir a 5 secondi e scappamento à détente. Poi Journe lo utilizzò anche nel suo primo orologio da polso, un altro tourbillon del 1991: ulteriormente miniaturizzato, il remontoire d’égalité fa bella mostra di sé nell’apertura in basso sul quadrante. Da notare che l’estetica di questo pezzo (realizzato in una manciata di esemplari) rispecchia già i canoni dello “stile Journe”.
Il Tourbillon Souverain 1 e 2
“Stile Journe” che appare già codificato in tutti gli elementi più tipici nel Tourbillon Souverain à rémontoir d’égalité del 1999 – vale a dire il primo orologio prodotto in serie (sebbene in piccoli numeri: 20 esemplari) all’interno della Manifattura appena creata. A cominciare dall’architettura della cassa, per passare all’indicazione decentrata di ore e minuti posta sulla destra a ore 3, con le lancette in acciaio azzurrato alla fiamma dalla foggia specifica. Altre caratteristiche dell’orologio: a ore 9 il grande tourbillon, e a ore 6 il rémontoire d’égalité (come nel precedente). Cambia solo l’indicazione dell’autonomia, mentre il livello delle finiture è ormai quello dell’alta orologeria.
La stessa configurazione si ritrova anche nell’esemplare uscito 7 anni dopo, nel 2006: un omonimo Tourbillon Souverain in versione aggiornata, ristudiato con cura quasi ossessiva in ogni dettaglio. Monta il calibro 1403, interamente in oro come i suoi predecessori, da cui però si distingue perché riporta sul quadrante un contatore dei piccoli secondi a ore 6. Il remontoire d’égalité a un secondo adesso è nascosto e il quadrante mette invece in evidenza la lancetta che si muove a scatti per 60 volte al minuto (un po’ come succede in un movimento al quarzo). Si tratta dei cosiddetti “secondi morti”, definizione che si spiega col fatto che la lancetta resta immobile, come morta, finché non è trascorso l’intero secondo.
ll Tourbillon T30
Ecco, i giochi sono fatti. Tutti questi elementi – grande tourbillon, remontoir d’égalité e secondi morti – saranno presenti anche nel Tourbillon Souverain Vertical che sarà oggetto del prossimo articolo a tema. Ma la storia dei tourbillon di FP Journe sarebbe incompleta se non facessi almeno un cenno al T30, del 2013. Ovvero la versione da polso del suo primo tourbillon, il “tasca” del 1983, uscita per festeggiare il 30° anniversario dell’orologio. Tre decadi in cui è successo di tutto: F.P. Journe nel frattempo è riuscito a creare una vera e propria Manifattura integrata, in grado di realizzare “in casa” movimenti e habillage. Il Marchio conta 10 boutique in tutto il mondo, dà lavoro a un centinaio di persone e ha una produzione che raggiunge le 700 unità all’anno.
Per Journe il Tourbillon T30 sembra quasi un divertissement. Lo realizza con la cassa in argento e oro, come l’originale, in 99 esemplari per i suoi migliori clienti (più altri 10 con cassa in platino per le boutique). E lo cede con un margine ridottissimo, quasi al costo di produzione, a quanti nei trent’anni precedenti lo hanno sostenuto con l’acquisto dei suoi orologi. Come dicevo, il nuovo Tourbillon T30 è la trasposizione da polso di quel “tasca”. Il movimento, adattato ovviamente al formato più piccolo, presenta sempre il tourbillon a 60 secondi e il doppio bariletto in parallelo, ma è equipaggiato da uno scappamento ad ancora laterale. Pressoché identica è l’estetica. La più grande differenza sta nel logo: non più F.P. Journe à Paris, ovviamente, ma FP Journe Invenit et Fecit. Motto latino che lo accompagna dal ’99 come una garanzia di autenticità.
Note
1. Scappamento à détente. In pratica si tratta di una ruota scappamento che ingrana in modo alternato con una paletta agganciata a un disco, che a sua volta è solidale al bilanciere, e con un leva di ritegno collegata al bilanciere stesso. Durante ogni semi-oscillazione avanti e indietro del bilanciere, la leva di ritegno si alza e la paletta libera la ruota di scappamento, che avanza di poco prima di essere di nuovo bloccata dalla leva. Utilizzato spesso nei cronometri da marina, è stato inventato da Pierre Leroy, il cui prototipo risale al 1748 ma fu poi perfezionato nel 1766. Fondamentale è stato comunque il contributo di altri orologiai (John Arnold, François Berthoud, Thomas Earnshaw) per renderlo realmente efficace.
2. Remontoire d’égalité. Di solito è una molla a spirale collegata a una delle ruote del treno del tempo e che è via via riavvolta dall’energia proveniente dalla molla del bariletto; finché c’è abbastanza energia nella molla principale, il remontoire fornirà allo scappamento un’energia costante. A seconda del tipo di remontoire, la molla si riavvolge/distende con una diversa frequenza: una volta al secondo, ogni 5 secondi, ogni cinque minuti eccetera. L’invenzione del remontoire a molla si fa risalire al XVIII secolo e la paternità a John Harrison, che intendeva fornire ai suoi cronometri da marina la maggiore costanza di marcia possibile. Invece il più antico remontoire a gravità, utilizzato negli orologi a pendolo, si deve a Jost Bürgi, alla fine del XVI secolo.
Istruzioni per l'uso J12 TOURBILLON Movimento Tourbillon
Le caratteristiche dell'orologio in termini di impermeabilità sono incise sul fondello dell'orologio accanto al logo del pesce.
La cifra riportata sul fondello indica la profondità massima a cui il movimento può essere immerso rimanendo protetto da polvere, umidità e rischi di deterioramento. Un orologio è impermeabile grazie alla sua guarnizione. Per mantenere l’impermeabilità, è necessario far sostituire la guarnizione di tenuta ogni due anni dalla data del primo utilizzo. Si raccomanda inoltre di procedere ad una verifica annuale dell’impermeabilità della cassa dell’orologio in caso di esposizione prolungata all’acqua di mare o di piscina. La corona non deve mai essere manipolata sott’acqua, poiché l’acqua potrebbe penetrare nella cassa. È inoltre preferibile non indossare l'orologio durante la doccia o il bagno, nelle saune o nei bagni turchi, poiché il calore, il sapone e il vapore possono alterare prematuramente le guarnizioni e non garantire l'impermeabilità.
La formazione di condensa all'interno dell'orologio è segno d’infiltrazione d'acqua: in tal caso, far verificare l'orologio immediatamente.
Tourbillon: 10 orologi da sogno
Se la ragione che spinse Abraham-Louis Breguet alla fine del ’700 a studiare questo particolare meccanismo fu la volontà di porre rimedio alle variazioni di marcia riscontrate negli orologi da tasca durante il funzionamento in posizione verticale, oggi l’utilità del tourbillon non è più evidente come due secoli fa.
Standard qualitativi elevati, affinamento delle tecniche di equilibratura, sviluppo di nuovi materiali hanno migliorato enormemente la qualità dei bilancieri-spirale di odierna produzione.
Tuttavia, il progetto e la realizzazione di un tourbillon rappresentano ancora adesso una sfida tecnica per ogni Casa di orologeria.
Tanti gli interrogativi a proposito: “È giusto considerarlo una complicazione anche se non aggiunge funzioni all’orologio?”, “Contribuisce davvero a migliorare la precisione?”, “Deve essere il più leggero possibile o semplicemente ben equilibrato?”, “Meglio un tourbillon semplice oppure uno sferico?”, “La rotazione della gabbia deve necessariamente compiersi in 60 secondi?”.
A tutte, ogni orologiaio vi darà una risposta diversa, tanto è complesso comprendere questo dispositivo in ogni sua sfumatura.
Come il resto della meccanica orologiera, anche il tourbillon non manca di adeguarsi ai tempi: alcuni esemplari, infatti, non si limitano a rispettare rigorosamente l’eredità classica e le sue regole, ma la reinventano, combinandosi a nuove soluzioni tecniche e a rivisitazioni estetiche in fatto di finiture e materiali. In alcuni casi anche visionarie.
Se c’è chi, come Franck Muller, punta sull’esuberanza estetica di un’imponente gabbia ellittica sovradimensionata o chi, come Corum, su un intero sistema di ingranaggi volanti come la gabbia del tourbillon stesso, c’è chi sovverte la tradizione più pura, come Cyrus Watches con la maestosità di un tourbillon verticale. Fermo restando che le soluzioni più classiche rimangono un punto di riferimento per questa tipologia.
Per quanto alcuni possano considerarlo inutilmente complesso, anacronistico o uno splendido quanto superfluo esercizio di stile, il tourbillon rimane pur sempre una delle chicche orologiere più amate dagli appassionati! Ecco 10 modelli da sogno!
1. A. Lange & Söhne 1815 Tourbillon e Audemars Piguet Royal Oak flying tourbillon automatico - A. Lange & Söhne 1815 Tourbillon Precisione massima di settaggio per un orologio con dispositivo tourbillon, grazie all’adozione di due sistemi brevettati Lange: quello di stop dei secondi e il meccanismo Zero-Reset.
Consentendo l’arresto dei secondi esatto sullo zero e quindi una più agevole regolazione dell’ora.
Uno dei problemi legati ai modelli con tourbillon, infatti, per molto tempo è stata l’impossibilità di arrestare la gabbia del tourbillon, cui è solidale la lancetta dei secondi.
Perciò Lange ha messo a punto un sistema che arresta il tourbillon (e quindi la sfera dei secondi) all’estrazione della corona, pur mantenendo intatta l’energia potenziale della spirale del bilanciere nel momento dello stop, grazie a una leva che va a toccare direttamente e senza ritardi il bilanciere stesso, in oscillazione nella gabbia.
Nonostante la complessità, questo modello non tradisce la sobrietà e la massima leggibilità tipica della collezione 1815.
Prezzo: 156.700 euro
- Audemars Piguet - Royal Oak flying tourbillon automatico Primo tourbillon volante nella collezione Royal Oak di serie che debutta associato a un movimento automatico (nel 2018 era stato presentato nella linea Royal Oak Concept, in versione a carica manuale).
Il movimento è il calibro 2950, già impiegato nella collezione Code 11.59.
Interamente decorato con le più sofisticate tecniche dell’alta orologeria, batte alla frequenza di 21.600 alternanze/ora e vanta una comoda riserva di carica di 65 ore.
La gabbia del tourbillon, visibile anche dal lato fondello, priva del suo ponte superiore, rivela parte della meccanica che ne orchestra la rotazione.
Molto moderna la versione in titanio con quadrante sabbiato grigio ardesia, che offre un’alternativa monocromatica al classico motivo “Tapisserie” che contraddistingue il Royal Oak.
Prezzo: su richiesta
2. Bulgari Octo finissimo tourbillon chronograph skeleton automatic e Corum Lab 02 - Bulgari - Octo finissimo tourbillon chronograph skeleton automatic Bulgari riunisce in un solo orologio di appena 7,40 mm di spessore tutto il savoir-faire messo in campo nei vari record di sottigliezza raggiunti dal 2014 in poi.
Ed è di nuovo primato, grazie a un movimento automatico scheletrato ultrasottile (calibro BVL 388, 3,5 mm di spessore) con funzioni di cronografo monopulsante e tourbillon.
Il nuovo movimento condivide con quello del tourbillon automatico del 2018 il rotore periferico, ma non è più un tourbillon volante.
Anche il modulo cronografico è di nuova concezione rispetto a quello del crono GMT dello scorso anno, trovando nuove soluzioni salva-spazio: in particolare, la bascula di rinvio è imperniata coassialmente al tourbillon stesso.
Il tutto, conservando il family feeling della collezione Octo, con cassa e bracciale in titanio sabbiato. Edizione limitata a 50 esemplari.
Prezzo: 155.000 euro
- Corum Lab 02 Audace interpretazione fuori dagli schemi sia tecnica che stilistica, che al tourbillon volante aggiunge un intero sistema di ingranaggi volanti, imperniati su una platina in vetro zaffiro e su cuscinetti a sfere.
Una sfida tecnica vinta da Corum dopo due anni di ricerca e sviluppo. Il calibro CO 300 è costituito da 416 componenti scheletrati con ruote volanti (ossia prive di ponti).
L’intero movimento è montato su una platina costituita da una lastra di zaffiro (completamente trasparente) che permette una visibilità ottimale e dà l’impressione che gli elementi fluttuino in assenza di gravità.
Realizzato in soli 10 esemplari, ogni Lab 02 è personalizzabile: è possibile scegliere il colore dell’oro, la dimensione e anche l’eventuale sertissage di diamanti e pietre preziose.
Prezzo: a partire da 180.000 euro
3. Cyrus Watches Klepcys vertical tourbillon e Franck Muller Vanguard gravity - Cyrus Watches - Klepcys vertical tourbillon Firmato dal maestro orologiaio Jean-François Mojon, il regolatore a tourbillon, protagonista assoluto sul quadrante, si trova al centro montato in posizione verticale (ovvero su un asse orizzontale rispetto alla platina) e sostenuto da un monumentale ponte ad arco.
Rompendo le regole della tradizione che lo vuole generalmente orizzontale a ore 6.
L’inclinazione dell’asse a 90° permette al tourbillon, secondo gli studi tecnici condotti in manifattura, di restare in posizione verticale nella maggior parte delle posizioni assunte dal polso durante l’arco di una giornata.
Come risultato, la gabbia realizza quello che è l’obiettivo storico del tourbillon: compensare gli effetti negativi della gravità sul bilanciere in posizione verticale.
Un quadrante diviso in due dal monumentale dispositivo, dunque, ai cui lati si distribuiscono le indicazioni di ore e minuti di tipo retrogrado su due archi graduati. Con cassa in titanio DLC nero e movimento manuale.
Prezzo: 107.000 euro
- Franck Muller - Vanguard gravity Una gabbia sovradimensionata, con un diametro di 21,2 millimetri e 7,7 di spessore: il tourbillon occupa più della metà dello spazio del quadrante.
La non convenzionalità è accentuata dalla presenza di un bilanciere eccentrico, rispetto all’asse della gabbia, di ben 14 mm di diametro, decisamente più largo di quello di un tourbillon convenzionale.
E qui nasce l’ennesimo interrogativo e conseguente discussione: è un tourbillon o un carrousel?
La gabbia è realizzata interamente in alluminio: essendo così grande, doveva necessariamente essere il meno pesante possibile per limitarne l’inerzia.
Inoltre, presenta un’inusuale foggia ellittica, dovuta proprio alla presenza del bilanciere eccentrico (nei tourbillon tradizionali gabbia e bilanciere sono posizionati sullo stesso asse). Questo complesso dispositivo è sormontato da un doppio ponte che forma una X, lasciando ampio spazio alla vista sullo spettacolo della rotazione del tourbillon ellittico.
Prezzo: 115.000 franchi svizzeri (103.500 euro circa)
4. Girard-Perregaux Quasar light e Jaeger-LeCoultre Master ultra thin tourbillon moon - Girard-Perregaux - Quasar light Lo storico Tourbillon su Tre Ponti, trasformato negli anni ’90 in un orologio da polso con i caratteristici tre ponti in oro dalla foggia a freccia, è reinterpretato oggi nello stile contemporaneo Neo-Bridges.
Spingendo al massimo l’acceleratore sull’innovazione, questo avveniristico allestimento totalmente trasparente rivela il movimento iconico: il tourbillon, con gli emblematici tre ponti realizzati in zaffiro, sembra fluttuare all’interno di una cassa invisibile, che prende forma da un unico disco di zaffiro.
Quando la luce attraversa il movimento e il bariletto in rutenio, l’orologio risplende di una lucentezza unica.
Con una brillantezza simile a quella del diamante, il rutenio forma cristalli abbaglianti che scintillano in tutte le direzioni.
La gabbia del tourbillon è composta da 79 elementi, con un peso di appena 0,250 grammi. Edizione limitata a 18 esemplari.
Prezzo: 302.000 euro
- Jaeger-LeCoultre - Master ultra thin tourbillon moon Per la prima volta Jaeger abbina il tourbillon alle fasi lunari e al datario a lancetta saltante, una specialità, quest’ultima, della marca: ogni mese la lancetta della data compie uno scatto di 90°, muovendosi rapidamente dal giorno 15 al 16, per non oscurare il tourbillon.
L’aggiunta delle complicazioni ha portato alla nascita del nuovo calibro 983 sulla base dell’automatico 978 del 2009.
La complicazione astronomica mostra l’età della luna oltre alle fasi in entrambi gli emisferi e fa da contraltare alla gabbia del tourbillon al 6, realizzata in titanio (pesa appena 0,3 grammi).
Sul fondello, l’estensione del ponte del tourbillon traforato aumenta ulteriormente la trasparenza.
Il tutto in un quadrante dalla sobria eleganza formale, enfatizzata dalla cassa in oro Le Grand Rose, nuova lega di oro rosa caratterizzata da una straordinaria lucentezza e intensità di colore, resistente allo scolorimento nel tempo.
Prezzo: 89.500 euro
5. Omega De ville tourbillon master chronometer e Roger Dubuis Excalibur twofold - Omega - De ville tourbillon master chronometer Impiegato in seguito anche da altre marche, il tourbillon centrale rimane profondamente legato alla storia di Omega, che lo ha introdotto per la prima volta negli anni ’90.
Un layout identificativo del brand, al quale oggi unisce il suo attuale know-how tecnologico.
Nasce così il primo tourbillon centrale antimagnetico, grazie all’adozione di leghe insensibili agli effetti dei campi magnetici 15.000 Gauss (1,5 Tesla, pari a quelli generati dalle macchine per risonanza magnetica), qualità garantita dalla certificazione Master Chronometer. Il movimento è tutto nuovo, a carica manuale con platina e ponti in oro Sedna.
L’architettura centrale del tourbillon non permette di avere le tradizionali lancette imperniate al centro (a parte quella dei secondi, solidale al tourbillon).
Sono quindi fissate su dischi di vetro zaffiro sovrapposti, periferici rispetto alla gabbia del tourbillon.
Prezzo: 177.200 euro
- Roger Dubuis - Excalibur twofold Nella tipologia dei tourbillon la Casa ha sviluppato un savoir-faire di tutto rispetto.
Innanzitutto, realizza solo tourbillon volanti, dall’impatto visivo suggestivo, a cui abbina spesso la fine arte della scheletratura, personalizzata con connotazioni stilistiche metaforiche.
L’adozione del doppio tourbillon, altra icona del marchio, prevede l’introduzione di un sistema differenziale, per trasmettere al movimento la media delle velocità di rotazione delle due gabbie, compensando eventuali ritardi o anticipi.
Il doppio tourbillon Roger Dubuis è qui interpretato in un avveniristico allestimento, in cui la cassa e i ponti sono realizzati con una nuova fibra minerale, un materiale composito color bianco ottico realizzato al 99,95% in silice e sviluppato appositamente da Roger Dubuis.
Una prima mondiale, così come gli angoli dei ponti e il cinturino arricchiti con materiale luminescente LumiSuperBiwiNova, con una durata del 60% superiore rispetto a quelli comunemente impiegati. Sono solo 8 gli esemplari prodotti.
Prezzo: su richiesta
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