STORIA E CURIOSITÀ
Il nome completo è Regulateur à Tourbillon, una delle complicazioni più innovative, affascinanti e di alto pregio di cui un orologio può disporre e che sicuramente ne fa alzare il prezzo.
In molti non la considerano affatto una complicazione e il dibattito è ancora aperto.
La sua nascita è stata resa possibile dalla geniale mente di Abraham-Louis Breguet che il 26 Giugno del 1801 lo brevettò.
Ma da dove nasce la necessità di una complicazione del genere? Tutto nasce dalla volontà di ottenere la massima precisione possibile nei cronometri per cercare d’interpretare in modo accurato la longitudine di un punto sulla superficie terrestre.
IL LONGITUDE ACT
Il Regno Unito fu sicuramente la nazione pioniera nella ricerca della precisione in orologeria e nel 1974 emanò il cosiddetto “Longitude Act”. Costituì una commissione di esperti e tecnici con lo scopo di escogitare un sistema che consentisse l’identificazione della posizione delle navi del Regno; in questo modo si sarebbe potuto ridurre notevolmente il numero dei naufragi.
La correlazione tra posizione e cronometro di precisione risiede nella necessità di dover calcolare prima l’ora esatta di un determinato meridiano di riferimento per il calcolo della longitudine, poi di una meridiana come riferimento dell’ora locale.
Data questa necessità della ricerca dell’ora perfetta, alcuni anni dopo, balenò nella mente del genio Breguet la convinzione, poi affermata, degli effetti negativi della gravità terrestre sul raggiungimento della massima precisione oraria; fu così che già nel 1800 costruì il meccanismo che oggi conosciamo con il termine Tourbillon, brevettato l’anno successivo.
Ma l’idea di Breguet, oltre che essere dettata dalla ricerca della perfezione oraria, nasce da una necessità suggerita dai segnatempo del 1800. Gli orologi dell’epoca erano da tasca e riposti solitamente in posizione verticale; il rischio era appunto quello di una marcia non precisa dovuta alle irregolarità delle oscillazioni del bilanciere per effetto della gravità; inoltre, sarebbe stata interessata anche la spirale che avrebbe potuto piegarsi.
IL GENIALE MECCANISMO
L’idea messa in campo da Breguet si basava su un sistema di compensazione del moto gravitazionale, con il gruppo regolatore (bilanciere, ancora e ruota di scappamento) come fulcro di un movimento rotatorio chiuso all’interno di una gabbia che si sposta alla velocità di un giro al minuto.
In pratica, il sistema gira su se stesso e, muovendosi secondo differenti velocità in base alla posizione, compensa gli errori di marcia facendone una media.
Solitamente è possibile ammirare questo sistema in alcuni orologi definiti “open-heart” mentre altri segnatempo lo tengono nascosto dal quadrante.
La bellezza di questa funzione risiede sia nella complessità costruttiva, sia nel numero di componenti che la struttura richiede; dobbiamo pensare che un numero elevato di pezzi vanno a comporre l’intero sistema in uno spazio grande anche meno del centimetro.
LE EVOLUZIONI DEL TOURBILLON
L’incredibile innovazione di Breguet, nonostante fosse una vera e propria “rivoluzione”, venne accantonata per qualche tempo; l’evoluzione tecnica stava compiendo incredibili passi nella precisione, nonostante la mancanza di questo meccanismo.
Anche l’introduzione degli orologi da polso, per loro natura non statici come quelli da tasca, in quanto si muovono con il movimento del braccio, hanno decretato il temporaneo disuso del meccanismo Tourbillon.
Il definitivo accantonamento avvenne soprattutto negli anni Settanta; durante la “Crisi del quarzo”, la moltitudine di movimenti giapponesi dotati di batteria riuscivano a offrire precisioni cronometriche che i calibri meccanici non potevano contrastare.
Passato il momento di vera e propria gloria del quarzo, ci troviamo agli anni 2000 con la riaffermazione dei movimenti meccanici e, nonostante le varie certificazioni COSC e METAS, che garantiscono un’elevata affidabilità dei calibri, il Tourbillon ritorna in auge per sfidare la precisione e dare un tocco di esclusività a tutte quelle maison che fanno della loro manifattura il fiore all’occhiello.
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