Per qualcuno il tempo scorre nelle vene (orologiai), per altri è solo una complicazione, nel senso di scocciatura. Per pochissimi non vale la pena portare al polso uno strumento in grado di misurarlo, neanche se dal cuore meccanico. A loro preme solo che segua – come un vestito fatto da un sarto – il profilo della propria personalità.
E’ a quest’ultima manciata d’individui che mi sto riferendo: a quelli che un segnatempo lo vedono, anzi lo portano oggi nel taschino. Un’emozione spiegata alla perfezione con tanto di esempio enciclopedico da Michele – qui – in un suo recente articolo.
Waltham è oltre 160 anni di orologeria, molta della quale esclusivamente da tasca. Ce ne sono veramente ancora tanti in giro di quelli che furono fabbricati a Roxbury – Massachutes USA – dal 1850, anno della sua fondazione, fino ai primi anni ’50, periodo da cui in avanti la manifattura si trasferì definitivamente in Svizzera. (Leggi – a questo link – altre notizie sulla sua storia).
Il marchio ha recentemente presentato la collezione Heritage , che riprende come per magia il tempo letto con stile, così come si faceva fino a quasi un Secolo fa. Questi orologi da tasca sono per il marchio un’icona. Dentro di ognuno pulsa un Calibro a carica manuale ultrapiatto. Sono certificati dal COSC, eccetto il modello HP43, perché l’eleganza non deve scendere a compromessi.
A rappresentarli vi sono delle casse in oro giallo o bianco 18 carati in una varietà che segue da vicino i gusti individuali, siano essi interpretati in tradizionali hunter o a Lèpin, o infine a forma arcuata come nel HP43.
Gli orologi dell’inizio del terzo millennio, come lo furono a suo tempo quelli le cui gesta riecheggiano nelle pagine di storia, sono in continuo mutamento: a discapito dei modelli di status, alimentati spesso dalla sola speculazione, stanno tornando di moda quelli in grado di dire chi sei.
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